

Sono un trentenne che sta ancora decidendo cosa vuole fare da grande.
Amo leggere e scrivere, perdermi nell’arte e nell’artigianato, e soprattutto creare con le mani. C’è qualcosa di profondamente rassicurante nel dare forma a un oggetto partendo da una materia grezza, senza fretta.
Per molto tempo la mia vita ha seguito un’altra direzione.
Ho studiato economia e marketing, ho lavorato per anni in multinazionali, muovendomi tra ruoli commerciali, progetti e programmi da gestire, scadenze e obiettivi. È stato un percorso intenso, formativo, veloce. Forse troppo veloce.
A un certo punto ho sentito il bisogno di rallentare.
La frenesia del lavoro iniziava a farsi sentire, anche dentro. Così ho cercato uno spazio dove la mente potesse staccare, e l’ho trovato quasi per caso nella ceramica. All’inizio era solo un hobby, un momento di respiro. Poi si è aperto un mondo fatto di argille diverse, di attesa, di errori, di colori che cambiano nel forno, di gesti ripetuti e mai uguali.
La ceramica mi ha insegnato la pazienza, l’attenzione al dettaglio, l’accettazione dell’imprevisto. Mi ha ricordato che i processi lenti hanno un valore, e che la cura è una forma di rispetto, per la materia e per sé stessi.
Non so ancora dove questo progetto mi porterà.
So però che avevo voglia di condividere il percorso, gli oggetti che nascono lungo la strada, le storie che racconto attraverso le forme e le superfici.
Se ami la ceramica, le cose fatte a mano, o semplicemente un’estetica che parla di terra, tempo e trasformazione, sei nel posto giusto.